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“ Gallina vecchia fa buon COLAbrodo! „
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31/01/2012
Del suicidio di massa ed altre futili questioni![]() Quella del 28 gennaio è stata infatti purtroppo una serata da record negativi per i Vintage Ghosts, opposti nella terza giornata di campionato alla seconda squadra di Trieste, il Tergeste. Nel computo di questi due anni si tratta della peggior rimonta subita (da 4-1 a 4-5), della sequenza più rapida di goal incassati (tre in 1 minuto e 27 secondi, quattro in 2 e 36), peggior percentuale di power play e penalty killing (due rotondi zeri). Tutto questo contro un avversario che era stato clamorosamente e colpevolmente sottovalutato e che ci ha invece impartito lezioni di umiltà, combattività (corretta) e glaciale oppportunismo. Eppure le cose erano cominciate nel migliore dei modi per i Signori del Birrometro: coach Buzzo, ancora acciaccato ed autoesclusosi dalla tenzone (anche se a roster), schiera le stesse linee di Buja ad eccezione di Puggina, inserito al proprio posto nella linea nera, con la convinzione di poter dare spazio anche ai ragazzacci delle linee rosse e blu, le anarchiche. Ancora assente dal roster Ciccio Sibilia, per il quale si conferma purtroppo l'ipotesi di un lunghissimo stop, ma che è sempre fondamentale parte integrante del gruppo; ed ancora a mezzo servizio Pippi Dotto, già utilizzato solo nel finale a Buja ed ancora appeso dietro la classica vetrinetta "da rompere solo in caso di emergenza". Pronti via, nemmeno il tempo di inquadrare le linee avversarie ed al primo cambio della linea nera un paio di rimpalli bizzarri smarcano il "neopromosso" giovine Sir Puggina, che raccoglie un rebound corto ed insacca per l'1-0. Battesimo del goal e preludio ad una marcia trionfale? Non propriamente. Che ci sia qualcosa che non quadra emerge fin dai primi cambi successivi. Gli avversari non sono affatto degli sprovveduti, giocano molto coperti, sono organizzati ed hanno anche un paio di individualità (in primis capitan Medeot, un ex Ghost) in grado di creare dei problemi. E la nostra linea bianca, la cui forza è soprattutto il dinamismo (proprio quello di "Bampi, più dinamismo!" per chi ha una certa memoria) cozza contro gli sbarramenti ospiti un'azione dopo l'altra, un cambio dopo l'altro. C'è pattinaggio e movimento, ma anche tanta confusione. La seconda linea è sicuramente meno aggressiva ma finisce col barcamenarsi meglio limitandosi all'essenziale ed affidandosi offensivamente soprattutto alle folate offensive del Cigno di Abano, in buono stato di forma. Non è un caso quindi che a trovare la via della rete per il 2-0, dopo sette minuti, sia proprio lui, dopo uno scambio con il sempre positivo Capitan Franzolin. La speranza evidente è che sia il goal dello "sblocco mentale" ma gli avversari persistono nel loro approccio superconservativo (e sostanzialmente efficace) e la partita di fatto, risultato a parte, non cambia di una virgola. Una sequenza sempre più frustrante di tentativi di sfondamento poco lucidi, intervallati peraltro da non rare ripartenze triestine, sulle quali fortunatamente Gigi si fa sempre trovare pronto. Non è una bella partita soprattutto perchè mancano le geometrie e quasi tutti i dischi si spengono prima di arrivare in zona tiro. Monta del nervosismo che tuttavia non si traduce in scorrettezze e falli, ma logora lentamente soprattutto la linea bianca, che sembra non riuscire in nessun modo a trovare il bandolo della matassa. Nel finale di tempo gli ospiti, consci di aver ingabbiato la nostra manovra, finiscono col prendere coraggio e sfiorano la rete in più occasioni, colpendo anche un palo. Si va negli spogliatoi giò con il muso lungo e senza sapere bene il perchè: un brutto segno. Sua Serenità Buzzo, non particolarmente sereno nella circostanza, tenta di spronarci e ricorda che, in ogni caso e false aspettative a parte, siamo pur sempre avanti 2-0. Bisogna cambiare registro e smettere di pattinare a vuoto, usare piu' la testa e l'esperienza (di quella dovremmo averne parecchia). Ma la ramanzina non servirù a molto: il meccansimo a quanto pare si è già guastato e non ci sarò verso di rimetterlo in sesto. Si riparte alla ripresa esattamente da dove si era concluso il primo tempo, con gli ospiti più pimpanti ed i Vintage in lenta ma inesorabiile fase calante. Il risultato rimane comunque inchiodato sul 2-0 ancora per diversi minuti, ma Gigi rischia ripetutamente, con Medeot praticamente ora sempre in campo (un suo vizietto di vecchia data!). Al 31esimo per il Tergeste si presenta la più ghiotta delle occasioni per riaprire il match, quando Ciubo si fa beccare in penalità. Il pericolo pubblico nr. 1, specie in inferiorità, è palesemente Medeot, specialista storico in questo fondamentale. E nonostante le raccomandazioni del coach, al capitano triestino bastano 24 secondi ed un tiro di polso ben piazzato per infilare il goal dell'1-2. Se qualcuno ancora aveva l'illusione di finire in goleada, le luci sembrano spegnersi qui. I Vintage però reagiscono ottimamente alla scossa e disputano i migliori due minuti della propria partita, schiacciando gli ospiti nel proprio terzo finalmente in modo convincente. Sarà purtroppo solo il proverbiale fuoco di paglia, sta di fatto che nel giro di 30 secondi è ancora il Cigno di Abano a trovare la via della rete, all'incrocio su un pregevole blocco di Frenz; e subito dopo è Ciubo ad allungare sul 4-1 al termine di un'iniziativa personale (una delle innumerevoli ma l'unica a frutto). E così fino a questo momento non era stata una partita esaltante, ma nemmeno un disastro: diciamo qualcosa di già visto, contro squadre che sulla carta sarebbero dovute essere più abbordabili. Invece questa volta succede qualcosa, si rompe un ingranaggio, magari microscopico ma che innesca una sorta di effetto farfalla di bradburyana memoria. Non è dato saperlo ma i fatti parlano da sè: il vantaggio e la convinzione di aver risolto la partita si rovesciano nel giro di due sciagurati minuti e mezzo, tra il 39esimo ed il 42esimo. Il Tergeste trova la via del goal su 3 errori individuali (e per ben due volte infilano Gigi in wraparound), e mentre noi ancora guardiamo increduli ed attoniti il tabellone che segna 4-4, si guadagnano pure il secondo powerplay della serata affondando subito il colpo di grazia. Semplicemente pazzesco. E troppo anche per la nostra tradizionale capacità di reazione anche alle situazioni più avverse. Il risultato sarebbe ancora aperto a qualsiasi esito, ma ormai c'è la convinzione di non potercela fare, e non serve a nulla pressare con tutto l'organico per il resto dell'incontro. Si rischia di segnare (ma anche di subire il colpo del KO) ma senza un filo logico e con molta meno lucidità di quanto mostrato ad esempio a Buja, in condizioni analoghe. E finisce così, con i triestini meritatamente esultanti e noi sotto una cappa di depressione forse mai vista in questi due anni di "rifondazione". Non ci resta che interrogarci sui perchè. Soprattutto per evitare che si ripeta, ovviamente. Starà a coach Buzzo e a ciascuno di noi, nel privato, trovare le giuste motivazioni per trasformare una brutta serata in una utile lezione. Ancora una volta, chi vivrà vedrà. Prossimo appuntamento sabato 11 febbraio a Sacile, contro gli insidiosi Dinos, capaci nel weekend scorso di espugnare il minato di Trieste sponda Polet. Un banco di prova di un certo livello. VINTAGE GHOSTS - TERGESTE TRIESTE 4-5 (2-0, 2-5) >> Referto 1° T. - 2:40 Puggina (VG), 7:06 Benvegnù (VG) 2° T. - 32:10 Medeot (TT) PPG, 32:46 Benvegnù (VG), 33:24 Berto (VG), 39:06 Marton (TT), 49:01 Medeot (TT), 40:33 Chiarandini (TT), 41:42 Maganuco (TT) PPG Penalità: VINTAGE GHOSTS 4' - TERGESTE TRIESTE 2' Percentuali PP: VINTAGE GHOSTS 0% (0/1) - TERGESTE TRIESTE 100% (2/2) VINTAGE GHOSTS: Disconzi (Gottardi); Buzzo (A), Benvegnù (A), Ponterosso, Dotto (A), Bampi, Caldart, Petenà; Franzolin (C), Berto, Destro, Cugno, Puggina, Casarini, Pregarz. TERGESTE TRIESTE: Sapienza, D'Ambrosi; Chiarandini, Coronica, Marton, Bozzatto, Peretti, Medeot, Maganuco, Pellegrinon, Pannofino
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